Mario Luzzatto Fegiz #baglionimorandilive
Prima io cantavo ogni mattina al sorgere del sole. Oggi continuo a cantare, ma c’è un tale frastuono che il mio chicchirichì non lo sente più nessuno.
Io continuo a scrivere. A scrivere. A scrivere.
Ascolto un nuovo artista. Analizzo il testo. Cerco di capire il suo messaggio. Le sue scelte. Chi è. Da dove arriva. Il suo spessore. La sua capacità di comunicare. Cosa c’è oltre le note. Il sound. L’orchestrazione.
Le armonie. Il colore della voce. Il timbro. Cosa si cela nei labirinti del suo cuore?
Tutto questo per potervi consigliare.
Ma tutta la mia conoscenza a cosa serve oggi? Il lavoro svolto in tutti questi anni? Ho paura che tutto sia inutile.
Ma una certezza l’ho raggiunta: la musica è un segnatempo nella vita di una persona. La musica è una compagna che non ci abbandona mai. La musica è un valore assoluto.
Perché i giovani ascoltano più musica degli anziani? Perché sono più vivi.
Mi spiego meglio.
Quando si è anziani se ne ascolta sempre meno perché c’è un rumore di fondo che la disturba. A 55 anni è un rumore bianco appena percettibile.
A 65 anni è un rumore bianco fortemente percettibile.
A 70 anni ti assorda.
E sapete cos’è questo rumore bianco che vorrebbe assordarti?
È la paura della morte che avanza.
Ma la paura della morte possiamo metterla a tacere. Come? Con la colonna sonora della nostra vita.
Qualsiasi musica può tenerci in vita. Ogni tipo di musica ci può salvare.
Poco fa ho ascoltato Madonna, “MDNA”. E ho ascoltato anche la Nona di Beethoven. In entrambi i casi è stata una goduria.
Madonna: sonorità tamarre, percussioni buzzurre che ti entrano sotto la pelle ed evocano sudori ascellari da discoteca, aroma di profumi a basso prezzo e deodoranti al collasso.
La Nona di Beethoven: organizzazione del pensiero allo stato puro, l’eleganza di un strumento che rilancia l’altro in un magico incastro che ha la perfezione di un ponte dove il progettista ha risolto e conciliato problemi statici ed estetici.
Le loro note mi sono entrate nelle vene.
La musica non mi ha mai tradito. E non tradirà neanche voi.
Ogni età ha la sua musica. Ogni umore ha la sua musica. E perfino ogni ora del giorno ha la musica che si merita. Quando nelle radio che dirigevo qualche buontempone metteva Hendrix alle 7 della mattina la gente chiamava e diceva “Questa qui è musica da disgraziati”(IN DIALETTO MILANESE). E poi la musica cambia il mondo o almeno ci prova, lo rende sopportabile e a volte persino gradevole. La musica cambia il mondo, ma anche il mondo cambia la musica. Una serenata è cosa diversa da un requiem. Gia requiem. Perché poi la musica è una di quelle arti dove quando meno te l’aspetti appare Dio.
Mario Luzzatto Fegiz – Giornalista