All’Arena va in scena il mio romanzo musicale
Claudio Baglioni: «All’Arena va in scena il mio romanzo musicale»
Il cantautore romano ha iniziato il suo tour dall’Arena di Verona per festeggiare i 50 anni di carriera. Un total- show che coinvolge anche acrobati, funamboli e ballerini, coreografati da Giuliano Peparini. Oltre tre ore di musica per 35 brani
L’Arena non è mai stata così piena. Diciassettemila persone riempiono le gradinate che circondano il palcoscenico di 450 metri quadrati allestito al centro dell’anfiteatro romano. I danzatori salgono portando con sé delle valigie, simbolo scenografico del viaggio musicale di Claudio Baglioni, pronto a dare il via al tour che festeggia i cinquant’anni di carriera. «È un total-show», come lo definisce il cantautore, a cui partecipano 22 polistrumentisti e 26 artisti tra danzatori, acrobati e ballerini, coreografati dal genio di Giuliano Peparini. La festa inizia con Questo piccolo grande amore: le migliaia di luci bianche, rosse e verdi circondano la piattaforma pronta a emanare scariche di energia.
«Benvenuti in questo mercato delle emozioni e delle sorprese», dice Baglioni al pubblico sopraggiunto alla prima serata (di tre) all’Arena (stasera e domani si replica. Il concerto di stasera verrà trasmesso in diretta su Raiuno), e partono le note di Porta Portese. Poi i ballerini lasciano il palco all’assolo di chitarra elettrica che introduce Quanto di voglio. E l’anima romantica di Baglioni si irradia sugli spalti con le note di Amore bello, Tutto l’amore che posso, E tu, Io me ne andrei e Sabato pomeriggio.
Il viaggio è cronologico, si parte da lontano, dagli inizi degli anni ’70 per arrivare ai giorni nostri, al Baglioni che a inizio anno ha sorpreso tutti con il suo Sanremo. E che ora, tra un concerto e l’altro, si sta preparando al bis: «Ho accettato di replicare all’Ariston perché non voglio che si pensi che sia stato solo un colpo di fortuna – rivela ai giornalisti qualche ora prima di salire sul palco – e ci saranno dei cambiamenti». Chissà magari farà parte della squadra anche Peparini, dopo le prove riuscitissime del live. Le tre date all’Arena sono solo le prime di una tournée che riprenderà il 16 ottobre (fino a fine novembre), poi Baglioni si fermerà in vista di Sanremo, ma a marzo si ritorna in pista.
Era il 1998 quando il cantautore da 60 milioni di album venduti nel mondo ha messo al centro degli stadi un palco (e prima ancora nel 1991). A vent’anni dall’ultima volta Baglioni riposiziona l’uomo al centro, come ha sempre fatto con le sue canzoni: l’esistenza umana è la protagonista della sua storia musicale che continua a farci camminare sulla coda del tempo. I suoi brani, espressione di virtuosismi melodici e linguistici, lasciano spazio all’emozione, sia che indaghino l’amore, la vita o la morte, che la società o la vecchiaia. I 35 brani del concerto, per oltre tre ore di musica e spettacolo, raccontano cinquant’anni di vita, «sì, perché questo appuntamento non è un semplice concerto, è il mio romanzo musicale tratto da una storia vera», dice Baglioni.
“Un tempo ho scritto di un tempo prima che giungesse», così l’architetto della musica introduce I vecchi e il periodo degli anni Ottanta. La malinconia subito dopo lascia spazio all’energia di Via e Strada facendo: i ballerini hip hop insieme alle note di Claudio sono il combustibile perfetto per infiammare l’Arena. E’ inevitabile non alzarsi a ballare e a urlare. Poi il palco viene abbagliato da luci bianche, mentre gli artisti posizionano un nastro sospeso su cui si esibisce un funambolo e acrobata che si lancia nel vuoto sulla melodia di Notte di note, note di notte. È uno dei momenti più intensi e spettacolari della festa, insieme a quello che accompagna Acqua dalla luna: la piattaforma al centro si affolla di giocolieri, acrobati, trampolieri e ballerine. Ecco il “numero magico” di cui Baglioni parla nel brano e che Peparini interpreta visivamente.
L’entusiasmo esplode di pari passo all’emozione con E adesso la pubblicità, La vita è adesso e Noi no. Siamo negli anni novanta. Mancano pochi brani alla fine della prima tappa di un evento unico. Cuore d’aliante introduce gli anni duemila, mentre Sono io ci proietta nel 2003. Tra un cambio e l’altro di scena un pianoforte raggiunge il cuore dell’Arena e la pioggia imprevista inizia a cadere. Baglioni, ormai esausto, dopo tre ore di spettacolo, conclude Tutti qui (2005) e saluta il pubblico saltando l’ultima canzone prevista in scaletta (Con voi). Stasera l’appuntamento è anche in televisione, mentre domani il romanzo musicale di Baglioni è tutto per chi raggiungerà Verona.
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Sei tu quell’isola che,
con la tua ricercatezza,
colmi la sete di conoscenza,
a volte con pensieri tuoi, o di artisti, o poeti, sei le
parole che vorresti sentirti dire,
o poter sussurrare una volta solo una almeno
a chi comprende, a chi ti ascolta,
come qualsiasi carezza che sfiora la mente
come ali di una farfalla che vive un giorno
ma intensamente quell’emozione
che appare e scompare, da fremiti e battiti,
sai che è l’isola che c’è, anche se non c’è, che per salvarti l’anima, è li per te.grazie di esistere