Claudio Baglioni Verifica tecnica a Verona
PRIMA DELL’EVENTO.Verifica tecnica prima dei concerti a settembre
Sorpresa Baglioni «Cantarequi? Bel compleanno»
Accompagnato dal sindaco e da Mazzi il cantante ha preso contatto con l’anfiteatro che lo vedrà protagonista, per la prima volta su un palco centrale
La battuta è spontanea. «Intorno a me c’è una vera “pace dei consensi“». Claudio Baglioni, nell’Arena illuminata dal sole di metà pomeriggio, scherza sulla sua capacità di mettere insieme nonni, figli e nipoti.
Reduce da un Sanremo in veste di presentatore («Ma sempre con la musica», ribatte, «ho cantato, duettato…») attira l’attenzione delle scolaresche in visita nell’anfiteatro. Con lui ci sono il sindaco Federico Sboarina, l’impresario Gianmarco Mazzi, il regista della Rai Duccio Forzano («Il migliore», dicono nell’«entourage») e i tecnici del Comune.
Si discute del palco centrale, la novità del concerto di Claudio, in doppia data, a settembre.
Si avvicinano un paio di ragazzini: «Chi è quello con tutta la gente intorno?». «Claudio Baglioni». Restano un po’ stupiti, in verità, ma il nome lo conoscono. Stanno distanti e scattano con lo smartphone l’imprevista foto ricordo.
Baglioni non tradisce emozioni. Guarda, commenta e «assorbe» le gradinate di pietra antica. Intorno si discute di ingegneria del suono, di come piazzare tutto al postogiusto.
Il palco centrale è un esperimento suggestivo e difficile.
«Quando si entra qui, beh… si trova qualcosa di unico», confida rilassato mentre imbocca l’uscita. «La cosa ancora oggi incredibile è come duemila anni fa qualcuno sapesse realizzare un’opera così e, guarda bene, senza la tecnologia di cui disponiamo oggi. Certo, qui è passata la storia, sono passati i gladiatori prima della musica», osserva: «Mi meraviglia come non si sia stati capaci di tramandare questo modo di costruire avendo in mente l’arte…».
Verona lo seduce: «L’Arena è un esempio straordinario di come si possa usare un monumento così ricco di storia in modo attivo, non consegnandolo a un semplice ruolo di museo del passato».
Guarda le gradinate, pensa ai suo mezzo secolo di carriera che, guarda caso, cade proprio nell’anno della doppia serata areniana. «Un bel compleanno», sorride.
Ma se l’abitudine alla folla sotto il palco di certo appartiene alla storia di un artista abituato agli stadi, l’anfiteatro veronese è pur sempre un banco di prova di altra caratura.
«Sì, l’emozione rimane, soprattutto quando si progetta di fare qualcosa che non è stato fatto prima». «A settembre realizzerò una sorta di sogno del cassetto», ammette Baglioni. «Mi sento come se, a bordo di una macchina del tempo, stessi per ritornare indietro di duemila anni. Con qualcosa di atipico…».
Quel palco centrale, inedito per l’Arena, «che equivale a una “prima“», ammette.
Un po’ del timore che incutono le vecchie pietre Baglioni se lo porta dietro. La «macchina» intorno gira perfetta.
Il gruppo lascia l’anfiteatro e intorno le scolaresche scattano foto. Le insegnanti non osano farsi avanti. Loro che probabilmente saranno sulle gradinate, a settembre, a cantare in coro «Questo piccolo grande amore».•
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DOPPIO SHOW.Con tutti i posti numerati sarà «evento rivoluzionario»
Entrate e backstage Una sfida complessa
Un rebus fra tempistiche, capienza e sicurezza
Il palco al centro, in uno spettacolo pop, non è una novità.
In questo stesso mese Giorgia ha girato l’Italia con il suo «Oronero Live» che prevede il palcoscenico in mezzo al palazzetto.
Stessa soluzione scenica aveva adottato Claudio Baglioni diversi anni fa per un tour che passò anche dal palasport di Verona.
Ma quelli che lo stesso «divo» Claudio ha in mente per l’Arena – il 14 e il 15 settembre – sono davvero «eventi rivoluzionari», come li ha presentati il produttore dell’intera tournée, F&P Group.
Saranno anche le prime date in assoluto di «Al centro Tour», una anteprima degli appuntamenti in programma dal 16 al 17 ottobre, però nei palasport italiani.
Per l’anfiteatro veronese il palco al centro sarà una vera primizia e tutti i posti – così recita il comunicato – saranno numerati. Già per un’Opera on Ice è stato utilizzato lo spazio della platea per far posto alla pista del ghiaccio.
Quello che dovrebbe accadere per i due show baglioniani è però diverso: levate le poltroncine e aperte le gradinate in quello che è il backstage, il pubblico potrebbe sedersi tutto intorno. Con un aumento possibile della capienza dell’Arena (quanto oltre gli usuali 12-13mila posti?) e una serie di problematiche.
Come avverrà, infatti, l’entrata della gente, se le parti sotterranee dell’anfiteatro, dietro al palco, sono ora occupate da camerini, stanze dei tecnici e altre salette?
Senza parlare del tempo previsto per smontare le poltroncine in un settembre di solito strapieno di appuntamenti. E nel caso l’Arena dovesse rimanere senza posti in platea, «alla romana», cosa potremmo aspettarci?
Magari l’allestimento della nuova edizione di Opera on Ice, forse con la pista di ghiaccio a riempire lo spazio rimasto senza sedie.
Tra le altre problematiche, il gran numero degli artisti presenti: si vedranno di fronte o di schiena? Oppure il palco ruoterà, tra un brano e l’altro? E come si disporranno i musicisti? A fianco di Baglioni ci sarà una superband di almeno dieci elementi e un’orchestra (quella della Fondazione Arena?).
Il tutto, poi, dovrà essere accessibile a tecnici e cameramen, visto che lo show andrà in tv.
Una sfida complicata, sotto tutti i punti di vista.•G.BR.