Morandi e Baglioni, finalmente a Bologna
Morandi e Baglioni, finalmente a Bologna i capitani coraggiosi
Uno show fiume all’Unipol Arena. Replica stasera e il 21 aprile
di LUCA BORTOLOTTI per Repubblica
Capitani coraggiosi di nome e di fatto, se a 68 anni, facendo una media tra i due, o comunque non più ragazzini, si può dire senza far torto a nessuno, si decide di imbarcarsi in un lungo tour fatto di una cinquantina di date e di show da 47 canzoni in scaletta e tre ore abbondanti senza pause. Roba da fare invidia a tanti giovani virgulti con voce claudicante ben prima del giro di boa di questa tournée vera e propria che Gianni Morandi e Claudio Baglioni hanno portato ieri sera per la prima volta anche a Bologna, in un’Unipol Arena esaurita come lo sarà oggi per la seconda tappa (una terza il 21 aprile) che recupera quella rinviata martedì per via della laringite che ha afflitto il cantautore romano.
Inconvenienti del mestiere, nel corso di questa lunga strada che i due hanno deciso di tornare a intraprendere, ingolositisi dopo gli show-evento dell’anno passato. Del resto, se fai questo mestiere, tra selfie e abbracci probabilmente quella di appendere la chitarra al chiodo non può mai essere una decisione definitiva. Rimane lì, come quando la riprendevi in mano per cantare ritornelli, se vuoi anche genuinamente ingenui, da tombeur de femmes di provincia, in fondo come tutti geloso di un coso a cui avrebbe voluto spaccare il muso, mentre altrove la povera Elvira veniva lasciata lungo la strada. Oppure quella chitarra poteva diventare qualcosa di più, simbolo di tutto quello che una guerra che nessuno in fondo capiva stava togliendo a tanti come te: le ragazze, gli amici, i Beatles come i Rolling Stones, fino alla vita stessa.
Poi c’è tradurre questa necessità di musica in uno spettacolo credibile, che si tenga anche nella forma del tour e non solo della data evento, e allora Morandi e Baglioni mentre si scambiano giacche e canzoni riescono a restare fedeli a se stessi, ognuno coi propri caratteri distintivi e se vogliamo anche i cliché. Ma anche di gestualità è fatta la musica pop, no? Una generosità artistica che porta a uno show fiume che mette in mezzo tutto, ogni tappa irrinunciabile di due protagonisti della prima ora della musica leggera italiana che vivono oggi una seconda giovinezza. Ne fanno rivivere una parte anche al pubblico del palasport, con la maggior parte del quale per anagrafe hanno condiviso un grande tratto del percorso.
Ci sono le fazioni, quella Baglioni all’inizio si fa maggiormente notare per presenza e esuberanza, ma quella Morandi si fa coraggio col tempo e si prende la scena verso il finale su “Bella signora”, quando c’è letteralmente la corsa delle belle signore sotto il palco. Anche le maschere, a quel punto, hanno rinunciato a far rispettare l’ordine dei posti a sedere. E allora, tanto vale unirsi alla festa.
Ciao Gianni e bentornato al grandissimo Claudio che con la sua musica mi appassiona dai tempi di Signora Lia e ancor prima di Anima Mia. Ciao Claudio un abbraccio forte forte…….