Ieri a Roma il debutto dei “capitani coraggiosi”
Baglioni & Morandi – Il duetto dei re finisce in duello
Ieri a Roma il debutto dei “capitani coraggiosi”
Praticamente la storia della musica italiana tutta d’un fiato. In tre ore sono passati davanti agli occhi decenni di note e ricordi. Ma più che un duetto è stato un duello. Ci volevano due capitani coraggiosi come loro per suonare e cantare così.
Baglioni e Morandi fanno più di 130 anni in due e ieri sera hanno debuttato nel primo dei dodici round in forma di concerto che terranno fino al 2 ottobre al Centrale del Foro Italico di Roma. Per l’occasione seduti nel parterre c’erano anche Rudi Garcia con la fidanzata Francesca Brienza, il prefetto Gabrielli, Pietro Grasso, Alba Parietti, Lorella Cuccarini, Paola Saluzzi, Pippo Baudo, Paolo Vallesi e Luca Barbarossa. Il clima di sfottò tra i due veterani si è respirato fin dall’inizio, quando
Baglioni ha chiesto a Morandi: «Gianni, ti ricordi tutto?». E lui: «Sì, mi chiamo Gianni e sono nato a Monghidoro». Ma era solo l’inizio. Poco dopo hanno iniziato a parlare persino dei loro difetti fisici. Mani per l’uno, naso per l’altro. Nel frattempo il pubblico gustava canzoni senza tempo nell’apoteosi del nazionalpopolare. Hanno cominciato da «Capitani coraggiosi», «Io sono qui», seguita da «Scende la pioggia», «Dagli il via», «Se perdo anche te» e «Grazie perché». Poi è stata la volta dell’assolo di Baglioni: «Con tutto l’amore», «E adesso la pubblicità». Morandi gli ha risposto con «Canzoni stonate» e un’interpretazione da brividi di «Sabato pomeriggio». Baglioni e Morandi cantano insieme, passeggiano tra il pubblico, si danno le spalle, duettano, si divertono e si beccano come due nemici-amici. Il loro gioco è tutto qui, sulla sottile linea che divide il palco da un incontro di boxe. Uno contro l’altro armati. Cuore e fiatone, musica e sudore. Mentre alle loro spalle novantuno musicisti ce la mettevano tutta, sostenuti dai loro banconi a terrazze. Due batterie, due tastiere, cinque coristi, una sezione di fiati e una di archi. La voce di Morandi è sicura, anche se il cantante di Monghidoro non nasconde quanto sia difficile cantare le canzoni di Baglioni. «Sono tutte difficili e poi Claudio è un grande perfezionista – ammette Morandi – Durante le prove mi corregge e mi dice come devo cantare. Imparo sempre qualcosa, anche se ho cominciato dieci anni prima di lui». È ormai chiaro a tutti che, più che un duetto, il concerto di Roma si era trasformato in un duello di note proseguito con «Se non avessi più te», «Un mondo d’amore» e «Piccolo grande amore». Il primo omaggio è stato dedicato a Umberto Bindi. «Era forse quello che masticava di più in termini di composizione musicale – ha detto Baglioni – Nel percorso dei dieci concerti ci sarà spazio anche per Dalla, Tenco, Iannacci, Daniele e forse Califano». Sotto i riflettori e tra i banconi a terrazze dei musicisti continuavano i successi. «Tu come stai» precede «Varietà», «Poster», «In amore», «Solo insieme» e «Io me ne andrei». La serata volgeva verso l’ultimo capitolo della saga. Il catino del Foro Italico non ne voleva sapere di placarsi. Sul palco, intanto, «I vecchi» lasciavano il posto a «Non son degno di te», «Avrai», «E tu», «Occhi di ragazza», «Via», «Bella signora», «Mille giorni di te e di me» e «Uno su mille». Fino a «La vita è adesso» che ha chiuso il concerto lasciando nelle orecchie l’eco dei bis. E pensare che tutto questo andrà in onda presto anche su Raiuno, facendo presagire un pienone di ascolti. Un nuovo plebiscito catodico dopo quello vissuto nella notte romana.