Concerti con Baglioni per dare musica e speranza
I miei concerti con Baglioni per dare musica e speranza”
“Accoglienza, rispetto, buona reputazione sono i nostri valori”
Come molti sanno – l’evento è stato documentato su Facebook, dove lui ha quasi due milioni di «follower» – Gianni Morandi a Ferragosto è stato a Lampedusa da Claudio Baglioni. Hanno parlato dei dieci concerti che faranno insieme e a Roma al Centrale del Foro italico dal 10 settembre e che hanno intitolato «Capitani coraggiosi»: «Ci lavoriamo da luglio – racconta Morandi – e abbiamo tra i 60 e i 70 pezzi, in pratica sei, sette ore di musica. Siamo alla scrematura».
Come state lavorando?
«Lui pensa che ci si debba conoscere bene, nei minimi dettagli. Sta andando bene, anche se siamo diversissimi: proviamo, poi lui ci ripensa, la notte mi scrive lunghe mail, è alla continua ricerca della perfezione. Credevo di essere un grande professionista, davanti a lui mi devo ricredere».
È forse anche meno abituato di lei a fare duetti…
«Infatti ci ha pensato tanto prima di dire sì. Claudio è molto esigente, anche con se stesso, ma anch’io tengo moltissimo a questa esperienza».
Perché lo fate?
«Per lasciare una traccia, sentirsi vivi, rinnovarci. Siamo così diversi, si vede dalle rispettive pagine Facebook: lui è riflessivo, sognatore, un poeta, io pubblico stupidaggini».
A proposito, lei è quasi a due milioni di seguaci…
«È cominciato per gioco, poi è esploso, con mia sorpresa».
Baglioni vuole convincerla a scrivere qualche canzone.
«Ce lo siamo detti: facciamo un album di inediti. Ma finora non c’è stato il tempo, potrebbe succedere, ma dopo, ora voglio vedere cosa accade sul palco. Dopo i concerti di Roma capiremo che cosa è giusto fare».
Magari scoprite che non volete fermarvi lì.
«Di una cosa siamo convinti, ci piacerebbe andare fuori dall’Italia, in Canada, Giappone, Usa, Germania. Vediamo se si smuove qualcosa. Intanto la tv lo riprende, va in onda suRai 1».
Baglioni del titolo «Capitani coraggiosi» dà un’interpretazione politica, criticas ull’Italia di oggi.
«Io e lui parliamo sempre di reputazione. Per noi è importantissima, poi vediamo gente che esce di galera e sorride alla telecamera. Non so, vivere in maniera normale, essere accoglienti e rispettosi, fare bene il proprio mestiere mi sembrano valori importanti. In questo senso, è un titolo politico».
Come valuta ora la reazione che aveva suscitato il suo «post» su Facebook sui migranti?
«Feci un’affermazione molto semplice: pubblicai un’immagine delle navi di italiani che cent’anni fa andavano alla conquista di un futuro e di un lavoro in America, e vicino la foto di una barca di migranti di oggi. È stata presa malissimo, ma io su quei barconi vedo solo persone che cercano di pensare al futuro delle proprie famiglie, non altro. Mi conforta trovarmi in sintonia con Papa Francesco, l’unico che oggi valga la pena ascoltare, altro che i politici».
Ecco, molti si chiedono che cosa pensidavverodiMatteoRenzi.
«Sono sempre nell’attesa che riesca a diventare un capitano coraggioso e faccia ciò che si è prefisso, le riforme necessarie per il Paese. Mi rendo conto che è un pesce con tanti squali intorno intorno, gli auguro di farcela, di riuscire a mantenere le promesse e le speranze che ha suscitato».
Che obiettivo vi siete posti con i concerti di Roma?
«Emozionare, commuovere, divertire. Far uscire dal Foro italico persone piene di musica e di speranze. Di questo, in fondo, parlano le nostre canzoni».
È curioso che si ritrovi a duettare con uno di quei cantautori che all’inizio degli Anni 70 la resero improvvisamente superato.
«Mi iscrissi al Conservatorio, studiavo contrabbasso e sognavo di diventare direttore d’orchestra. Soldi da parte ne avevo, potevo permettermi di ricominciare. Non conosco le canzoni di quegli anni: ascoltavo i classici, fino a Schoenberg, Berg, cercavo di recuperare».
E intanto Baglioni furoreggiava.
«Ricordo l’estate del 1974, era impossibile sfuggire a E tu. Andavo al Conservatorio e usciva dai bar, dalle radio, si sentiva ovunque. A 35, 36 anni mi sentivo vecchio, finito, mai avrei immaginato di essere qui ora».
Si è chiesto qual è il segreto?
«La seconda parte della mia carriera è stata perfino più incredibile della prima, e del tutto diversa. Credo che il segreto siano il carattere, la capacità di soffrire e una grandissima, gigantesca fortuna».
Mai avuta la tentazione di fare il saltoediventare cantautore?
«Una trentina di canzoni le ho firmate, ma per me hanno scritto Bacalov, Migliacci, Mogol, Dalla, Battiato, le loro erano sempre meglio delle mie».
Quanto ci manca Lucio Dalla?
«L’avevo convinto io a venire a Sanremo. Non voleva, ma poi ebbe l’idea di cantare mentre dirigeva l’orchestra. “Non l’ha mai fatto nessuno”, diceva. Ogni tanto vado a rivedermi le immagini di quel Festival, si vede che già non stava bene. È morto 15 giorni dopo, manca a tutti moltissimo, a me sembra sempre di poterlo incontrare dietro l’angolo a Bologna, sotto i portici, in piazza Maggiore. Ci siamo visti allo stadio, a Bologna-Udinese: “Vado in tour in Europa, suono negli stessi posti dove siamo andati insieme nell’89”. Gli dissi che sarei andato a trovarlo, forse a Francoforte, e che avremmo duettato ancora una volta. Non ci fu il tempo».
Gianni sei un uomo Umile Buono Professionale e onesto la gente lo vede e Lucio sicuramente era felice di essere tuo amico Lui piccolo genio non lo dimenticheremo mai Tu invece facci sognare insieme al grande Cucaio
TVB
Sei un grand’uomo Gianni, sono sicura che con il Grande Mago farete faville…..ma soprattutto entrambi avete ben chiari alcuni valori oggi denigrati: solidarietà accoglienza rispetto professionalità. Non ha futuro un Paese senza memoria.