Lettera Baglioni a Unione Sarda
Baglioni in eslusiva per L’Unione Sarda
<<Sardegna sono con te>>
Agli alluvionati gli incassi dei due concerti
Io, i sardi e il dolore
di Claudio Baglioni
Da tempo desideravo di tornare in concerto in Sardegna. L’ultima volta era stata nell’estate del 2009 e ho pensato che un appuntamento cosi importante come Dieci Dita – dove sono solo sul palco, con chitarra e pianoforte – fosse l’occasione ideale per ritrovare una terra e una gente davvero difficili da dimenticare.
Per questo, mettendo a punto il calendario, avevo pensato di inserire le due date (28 e 29 Dicembre) del Lirico di Cagliari.
Mai avrei immaginato che di li a poche settimane, una tragedia di questa portata avrebbe sconvolto l’isola.
Che fare? Annullare? Rimandare? Suonare?
Di fronte a queste cose, qualunque scelta è sbagliata.
Assenza o presenza possono ferire o turbare allo stesso modo.
E allo stesso modo possono suonare utili o inutili musica e parole.
Una sola cosa non potevo fare: restare indifferente.
Per questo sarò a Cagliari a fine Dicembre.
Per dire, semplicemente, <<sono qui>>.
E abbracciare idealmente – insieme a chi sarà in teatro – chi si trova ad affrontare un presente cosi duro e un futuro cosi incerto.
Solo un segno, lo so. Com’è solo un segno l’idea di contribuire alle molte iniziative di solidarietà con gli incassi dei due concerti.
Un piccolo segno che certo non puo incidere sul presente di una terra colpita, con cosi devastante durezza, dalla furia cieca della natura e dall’incuria e dall’avidità degli uomini.
La speranza, però, è che questo segno si trasformi in un simbolo di rinascita e aiuti a tenere alta l’attenzione su un dramma che non deve essere dimenticato.
Solo un segno, lo so. Com’è solo un segno l’idea di contribuire alle molte iniziative di solidarietà con gli incassi dei due concerti.
La terra di Sardegna – bella e forte come poche – paga già un prezzo elevatissimo per il doppio tradimento del tempo e dell’uomo e non è, dunque, accettabile che a questo si aggiunga il tradimento di chi non fa ciò che deve essere fatto e lascia che tutto ritorni all’indegna e colpevole disattenzione di prima.
Se è vero che certi eventi non sono prevedibili, infatti, è ancora più vero che – proprio per questo – si ha l’obbligo di intervenire preventivamente, per tutelare territorio e comunità e fare in modo che i danni dell’imprevedibilità siano i più contenuti possibile.
Nessuno ha il potere di cancellare ciò che è successo, tutti, però, hanno l’obbligo di fare qualsiasi cosa in loro potere per evitare che eventi come questo si ripetano e che ai morti, alla devastazione e al dolore si aggiungano altri morti, altra devastazione, altro dolore.
Sono un musicista e non ho molto da offrire a parte note e parole.
Ma, oltre a sperare che note e parole possano regalare qualche momento di emozione e leggerezza, vorrei che queste “Dieci Dita” si unissero alla condanna di quanti rifiutano le aberranti logiche di chi non si ferma davanti a nulla, ma specula prima, durante e dopo.
E’ vero: sono solo canzoni e non possono cambiare la vita, ma forse possono aiutarci a tenere accesa la luce della coscienza, per evitare che il buio dell’indifferenza se ne appropri, con effetti che aggiungono alla devastazione degli elementi quella, ancora più grave, delle anime.
Traduzione a cura della redazione in arrivo. Grazie di cuore ad Anna Rita e M.Paola per averci fornito l’articolo
Che aggiungere ha detto già tutto Claudio,può sembrare banale ma concordo in ogni parola,se c’è qualcosa da fare facciamola altrimenti bisogna reagire con forza e coraggio.Non permettiamo che ci tolgono tutto case, lavoro, passato, presente , futuro”Terra”.Possiamo ancora dire “Noi NO” MaryMaria