Dieci dita e quell’insignificante evento
Casuale e inaspettato, abbiamo vissuto dal vivo un “insignificante evento”.
Spesso visto in televisione, ma mai in prima persona.
Un episodio molto povero che di per se non meriterebbe nemmeno due righe, ne di lode ne di infamia, ma mi ha portato a riflettere su quanto siamo aridi e poveri, e quanto spazio venga dato a incompetenti e maleducati personaggi, spazio peraltro occupato a pieno titolo da altre persone.
Milano, un teatro, un artista, decine di professionisti, centinaia di persone (paganti) a comporre il pubblico.
Claudio Baglioni, Dieci dita – Teatro degli Arcimboldi, un artista da me costantemente evitato per passioni musicali (o pregiudizi musicali adolescenziali ?) diametralmente opposte, ma che è riuscito ad attrarmi con uno spettacolo dove ha scelto rimettersi in gioco da solo, voce e pianoforte, o voce e chitarra.
Riadattando e riarrangiando il suo repertorio, circondato anche sul palco dal pubblico, presentandosi senza alibi tecnologici o inarrivabili musicisti. Preparando lo spettacolo, leggero ma carico di “storia”, con una professionalità concreta e tangibile.
Un artista solo su un palco, immerso ovviamente tra i propri fan, ma anche in molti curiosi, come me. “Curiosi” di vedere, ascoltare, conoscere e certamente “giudicare” la sua “arte”, di ascoltare il tanto elogiato o bistrattato Claudione.
Con queste premesse ovviamente nasce una situazione di piacevole “intimità”, dove si vive e si crea un’atmosfera unica, un momento “chiuso” al mondo esterno, un piccolo mondo raccolto intorno ad un artista e al suo lavoro. Perché di lavoro si tratta.
Un mondo visto e raccontato da note, parole, e aneddoti.
Un “racconto” appunto, una storia.
Una serata indiscutibilmente vissuta con un sincero sorriso, ascoltando una piacevole scoperta, trascorsa collegando racconti a canzoni fino a miscelare entrambe le cose in un’unico spettacolo, come se ci si trovasse di fronte ad un menestrello o un cantore d’altri tempi.
Un piccolo attimo dove in un teatro, a prescindere dall’artista e dalla platea, si crea una magia che inizia dal momento in cui le tende si chiudono, fino a quando cala il sipario.
Questa la realtà “attesa”, le aspettative, di quella che sarebbe stata una normalissima e per questo speciale serata a teatro.
Fino a quando un improbabile personaggio di verde vestito irrompe correndo fin sotto al palco.
“Eccolo qui” esclama l’artista, forse aspettandosi, vista la “popolarità” del suo cognome, un evento del genere.
Di per se, in prima battuta, posso dire che un po tutti ci aspettavamo che accadesse qualcosa.
Il personaggio, vestito come un sacco di immondizia, teneva in mano un microfono, strumento che presagiva una qualche domanda, una qualsiasi giustificazione alla Sua presenza in sala, anche una parodia di un qualche vecchio successo forse fin troppo ascoltato.
Ed infatti, seppur comprensibilmente infastidito, l’artista ha aiutato l’intruso a salire sul palco, pronto a “subire la sua fama” rispondendo a chiesa quale richiesta, domanda irriverente, o accusa su temi non artistici.
Domanda forse su qualche suo affare immobiliare discusso in questi giorni, di cui poco so, ma certamente da discutere ed affrontare in altra e più idonea sede, e soprattutto dagli organi preposti a farlo, ma da buoni “italiani” siam sempre pronti ad indignarci per un personaggio famoso che si comporta come ogni altro “italiano”….
L’individuo invece spreca quel poco tempo dimenandosi come fanno forse i miei piccoli figli quando fanno gli “stupidi”, cantando, ballando e saltellando in giro per la casa.
Mentre continua a saltellare arriva ovviamente la sicurezza che lo accompagna dietro le quinte.
Inutile, tempo perso.
Ammetto che mi si è stretto il cuore vedendo, ascoltando, vivendo, il fastidio ed il disturbo dell’artista durate le interpretazioni immediatamente successive all’incursione.
Aveva il fiatone, la voce insicura, e la concentrazione non c’era.
Probabilmente il suo pensiero andava alle parole da lui pronunciate subito dopo l’incursione “avrò esagerato?”, “domani mi stroncano i media?” ecc…ecc…
In ogni caso non stava lavorando sereno.
E’ un peccato.
A prescindere dall’artista in questione è stato bruttissimo vedere la magia di un teatro, di una storia, l’impegno di un professionista (e tanti collaboratori), un pubblico pagante ma soprattutto interessato allo spettacolo, venire interrotto dall’”inutilità assoluta”.
Maleducazione, irriverenza, sfruttamento della notorietà altrui, mancanza di rispetto,
ma anche pochezza, di intenzioni, di cultura, di qualunque cosa….di spirito.
La cosa più triste è che questi eventi sono “intoccabili”, infatti quello che finisce sotto i riflettori…. non è l’evento in se, ma la “reazione dell’artista”. Un’assurdo.
Episodi che rispecchiano in pieno la società che li crea, dove c’è gran povertà di idee, di emozioni, di rispetto, di educazione….
Ed è stato tanto tanto triste riconoscere la mia società in questo piccolo insignificante gesto.
Cosa volete che vi dica, Baglioni mi è piaciuto come artista, amo la musica e non ho pregiudizi….ma sono cresciuto con il Metal nelle vene, e metallaro certamente morirò, e quindi per contraddirmi su tutti i fronti…
mi piace immaginare il nostro inutile “incursore” che sbaglia serata…. e si infila ad un LIVE DEI “METALLICA” o dei “PANTERA”
Sarebbe bello vedere in quanto tempo verrebbe “trasformato in RAGU’” e fatto uscire dal palazzetto in tanti piccoli sacchettini di PLASTICA!
………TI ASPETTO AL PROSSIMO “MONSTER OF ROCK”, secondo me ci divertiremo!
Andrea B. per puro caso…. l’autore del video
… Claudio è OLTRE!!!
IL NOSTRO SOGNO SEMPRE
Ho visto l’episodio accaduto a Claudio durante l’esibizione al teatro degli Arcimboldi di Milano.
Al di là della passione che nutro da sempre per l’artista Baglioni, di cui ho sempre apprezzato non solo la capacità di scrivere della bella musica, ricca di variazioni e di modulazioni che la connotano del carattere di ricercatezza e di originalità ma anche della profondità d’animo che emerge dai magnetici testi che spesso invitano a riflettere, ritengo assolutamente triste e non meritevole di commenti quanto accaduto con l’incursione di quel buffo soggetto vestito di verde che ha tentato di sfruttare la scena del Claudio nazionale per dire o fare qualche cosa di indubbiamente deprecabile.
E’ il paradosso dei tempi che viviamo: da una parte un artista che ha studiato una vita (e continua a farlo) per regalare emozioni e far vievere tre ore di buona musica con capacità, anche fisiche, di rara resistenza e dall’altra, l’insipienza di chi riesce a sintetizzare, con incosciente maestria, i nostri tempi fatti, prevalentemente e senza generalizzare troppo, di superficialità, di scarsa cultura e di scarsa sensibilità.
Vai avanti Claudio! Spero che vorrai riproporre il progetto 10 dita; il mio auspicio è quello di poter avere nuovamente la possibilità di parteciparvi magari sul palco (di Roma) così come ho avuto la fortuna e la tenacia di raggiungere l’obiettivo sia nella prima, come nella seconda edizione.
Cristiano