Baglioni, a Natale vedrete che ritmo
Noi star? Unite dal disastro della politica
Genova – Fra i miracoli che cattiva politica e amministrazione criminale hanno prodotto nella società italiana c’è quello di aver unito, per la prima volta, i cantanti italiani. Non è stato un processo veloce. Prima c’è stata l’adesione alla sinistra, ma lì le sfumature erano importanti. In fondo non è che un cantante che votava Democrazia Cristiana fosse meno bravo di uno che si schierava con il Pci. Poi c’è stata la stagione del riflusso, quello del disimpegno e quello, inaspettato, del sostegno a svariate campagne umanitarie.
Ma, tanto per dire, in occasione di Live8, dieci concerti del 2005 in cui il rock chiedeva la cancellazione del debito dei Paesi più poveri, gli italiani avevano marcato ancora una volta il loro irritante individualismo. Sì, la musica patria non aveva risposto come una sola voce, mentre all’estero lo facevano Madonna e Pink Floyd, McCartney e U2. Si deve però a Claudio Baglioni, dieci anni fa, se qualcosa ha cominciato a muoversi nella linea diretta fra solidarietà e divismo canzonettaro. A Lampedusa, isola bellissima e invasa puntualmente da sbarchi di extracomunitari, Baglioni lancia un festival, “O’ scia’”, che quest’anno può vantarsi di dotare i lampedusani di un tomografo a risonanza magnetica Whole Body di ultima generazione.
Inoltre da oggi a sabato richiamerà un nuovo drappello di artisti: Ligabue, Litfiba, Pino Daniele, Gigi D’Alessio, Fiorella Mannoia, Negramaro, Panariello, Neri Marcorè, Alessandra Amoroso, Massimo Ranieri e Pino Insegno.
«Non so cosa sia accaduto, e mi riferisco anche allo show di Campovolo, ma effettivamente stiamo più insieme che in passato» spiega Baglioni « in un momento in cui la scena è occupata dal litigio di politici, intellettuali e giornalisti, con un uso molto diffuso dell’alterco, del fango e della delegittimazione, le primedonne di ieri, i cantanti, hanno smesso di esserlo».
A 61 anni e con un passato da splendido autorecluso, Baglioni si può permettere punte di deliziosa ironia: «Oddio, prima di noi come primedonne ci sono stati i cantanti lirici, molto più bravi a rivaleggiare, prendersi la scena». La discesa in Terra delle popstar, per Baglioni, dipende anche «dalla fine dell’epopea discografica, di quell’essere isolati nell’eremo nel primo posto in classifica, trincerati da una corte dei miracoli». Ed ecco che quello che non si era mai visto al mattino, diventa realtà alla sera: «Ma sì, sino a pco tempo fa il duetto era un vero duello. Ora invece in un Paese lacerato dove ciascuno, specie ai piani alti, combatte battaglie personali, partecipare a eventi come Campovolo o, appunto O’ scia’, fa respirare un’aria diversa».
E ricorda come il festival di Lampedusa sia «sempre stato riparato dai riflettori della tv, per cui ci si è conosciuti meglio, in modo meno frenetico». Sul fatto che la musica abbia ancora una missione sociale, Baglioni è dubbioso: «Essenzialmente è ritmo ed emozione, escludo invece che debba essere sempre tendenza o personaggi in vista. Certo, lo abbiamo visto proprio quando ci siamo messi a fare cose sensate e utili senza la pressione di vendere dischi o fare cassa ai concerti: se alcuni di noi chiamano all’adunata il loro pubblico, il risultato può essere positivo».
Il cantautore è convinto che le canzoni «non siano una medicina assoluta ma sempre, quando il mondo ha sognato, c’è stata buona musica, buon cinema, ottima arte. Oggi viviamo un autunno che non è solo della classe dirigente, che fa schifo. Viviamo una tenebra che dovrebbe spaventarci. E allora abbiamo bisogno di certezze». E qui Baglioni cita “Uomini persi”: «Uno dei miei brani meno popolari ma che esprime la speranza che troppi di noi perdono». E allora per Natale sarà pronto «un disco con quelle atmosfere, quei canti, anche religiosi, alcuni notissimi, stranieri». Lo farà con un’orchestra sinfonica diretta da Goeff Westley: «C’è bisogno di viaggi sentimentali. Nessuno ha più dato il meglio di sé ma il peggio. Sono successe cose indegne, piccolo cabotaggio persino negli scandali. Così nel 2013 tornerò con due dischi di inediti e un tour rivoluzionario. Ma prima farò un tuffo di 50 anni, a quando ero bambino. E il mondo era racchiuso in una radio. Vedrete che ritmo».
Beh, già il fatto di voler pubblicare due dischi nel 2013 rende meno amara la pillola del disco natalizio, che onestamente vedo come un’operazione inutile e deleteria.
vorrei sapere il motivo per cui è stata scelta Alessandra Amoroso a partecipare a o’scià, fra tante cantanti emergenti. In questo modo è stata inserita nel gruppo dei veri big e questo non doveva essere perchè vende molto, sì,ma vendita , a volte non è sinonimo di grande valore. A mio avviso e non solo mio, Loredana Errore sarebbe stata l’ospite ideale per diversi motivi: Primo : parchè è unica nel panorama musicale delle emergenti .Secondo : è uscito il suo nuovo album che ha avuto un notevole successo.Terzo: è siciliana ed è di casa a Lampedusa e ha fatto sempre onore alla sua terra.Quarto: non è una raccomandata ed è andata sempre avanti con le sue forse e Baglioni conosce il suo valore.
HAI DELUSO BAGLIONI, a meno che la scelta non sia stata “consigliata” dall’alto
Il tuo Claudio…