Claudio Baglioni e i dieci concerti
«Dieci dita» per dieci concerti. Domani Claudio Baglioni inizierà la sua maratona musicale al Parco della Musica. Il viaggio nell’universo del cantautore romano partirà il giorno di Natale per concludersi il 4 gennaio.
«Dieci Dita – ha raccontato Baglioni — sarà una riunione di vigilia e di festa in attesa di buone novelle. Un incontro di parole e storie parallele sul filo delle canzoni,con dieci dita e una voce. Un appuntamento senza copione e scaletta. Repertorio a braccio e postazioni mobili nel teatro. Un dialogo a impronta tra tutto l’auditorium e me».
Due ore e mezza di repertorio del «divo Claudio» che non avrà l’«appoggio » della band (ma non è la prima volta che Baglioni si presenta da solo sul palco). Il teatro sarà coinvolto a 360 gradi («Mi muoverò molto, come i posteggiatori», ha raccontato in una recente intervista) e ci sarà un repertorio sempre diverso che si svilupperà «strada facendo», perché Baglioni sarà pronto a raccogliere ogni sera le richieste degli spettatori.
Il progetto «Dieci dita» al parco della Musica (ore 21,sala Santa Cecilia, viale de Coubertin 30, tel.06.80241281) prende il via domani e prosegue il 26, 27,28, 29, 30 e 31 dicembre, il 2, 3 e 4 gennaio. I biglietti si possono acquistare alla biglietteria del Parco della Musica o sul circuito www.listicket.it. Chi acquisterà il biglietto su internet riceverà una card personalizzata per ogni show, un vero e proprio «oggetto» da collezione.Info su www.fepgroup.it
Sono serate particolari che Baglioni vuole condividere con il suo pubblico (che dal 2003 aspetta un suo nuovo album di inediti), per questo sono disponibili anche «biglietti palco» che offriranno la possibilità di vivere i concerti seduti a pochi passi all’artista.
Dopo lo show nella notte di San Silvestro dello scorso anno, Baglioni ha deciso di passare le vacanze di Natale di nuovo in mezzo alle persone.
Anche se in una forma un po’ più raccolta rispetto al 2010 dove in 200 mila festeggiarono con lui l’arrivo del nuovo anno. «Dieci dita» è forse un gioco, sicuramente rappresenta una sfida per il cantautore che, a sessant’anni non ha perso la voglia di mettersi in discussione.
Nell’82 con il tour «Alè-oò» inaugurava la stagione degli stadi (prima di lui, in Italia, soltanto Lucio Dalla e Francesco De Gregori osarono tanto).
Poi sono arrivate le discoteche e il camion itinerante nella periferia romana. Nel ’98 i suoi show allo Stadio Olimpico sdoganarono il tempio del calcio romano al pop e al rock.
Ma i concerti di massa non gli hanno mai fatto dimenticare dimensioni più umane: ha suonato travestito da artista di strada, sul balcone della casa di Centocelle dove abitava negli anni Sessanta, negli hangar degli aeroporti e in un bar di Lampedusa (dove organizza il festival «O’ Scià»).
Domani parte con l’ennesima scommessa della sua carriera partita nel ’64 con un concorso per voci nuove. Non ha nessuna intenzione di lasciarsi risucchiare dalla routine della solita tournée convinto com’è che ogni concerto è «un tentativo cortese di tirar via le persone dalle case, dalla quotidianità, dalla routine, cercando di sorprendere e di sorprendermi in qualcosa che resta un rito, una messa cantata anche dalla gente».
Sandra Cesarale