Grazie dalla Fondazione O’Scià
Il nostro personale, ma soprattutto il grazie di Lampedusa e della sua gente.
Grazie per queste giornate di musica e di vita sull’isola.
Perché Lampedusa ha bisogno di entrambe: della musica che lenisca le ferite, allevi il dolore e regali qualche piccola emozione da mettere da parte per l’inverno del cuore, che, da queste parti, raramente è rigido fuori, ma è sempre più rigido dentro;
Grazie perché la vostra stessa presenza sull’isola – forse ancora di più che le vostre note e le vostre parole – rianima, dà fiato, contribuisce a squarciare il velo di questo isolamento e aiuta a ricordare che le nubi passano, ma il cielo resta.
Quest’anno O’scia’ è stata interamente dedicata a Lampedusa, perché mette la propria voce al servizio di chi voce non ha e, quest’anno, era Lampedusa ad essere rimasta senza voce.
Grazie a tutti voi, per aver regalato all’isola e alla sua gente un soffio di fiato e per questa vostra straordinaria staffetta nel mantenere viva la speranza.
Grazie, soprattutto, perché nessuno di voi ha pensato “Se mi fermo per aiutare quest’isola e questa gente, cosa ne sarà di me?”, ma tutti quanti avete rovesciato la domanda e vi siete chiesti “Se non mi fermo per aiutare quest’isola e questa gente, che cosa ne sarà di loro?”
Ora che ritornate alla vostra vita di sempre,portate con voi questo mare e questo fiore di roccia nel cuore del Mediterraneo ma anche lo sguardo profondo come il mare e solido come la roccia di questa gente,perché la vostra testimonianza, la vostra sensibilità, la vostra solidarietà aiutino Lampedusa e la sua gente a ritornare ad una vita degna di questo nome.
O’scia’!
Fondazione O’scia’