Stampa

Un cremino a Lampedusa

  • di Fulvio Abbate

Questo pezzo ha un’impostazione, come dire?, impressionistica, procede cioè per sensazioni, suggestioni.
Nessuna pretesa di verità, soltanto, l’ho già detto, prendendo in prestito una categoria pittorica nobilissima, impressioni. Di giugno. Un istante prima che il macigno definitivo dell’estate ci precipiti addosso. Il tema è Lampedusa. Lo svolgimento prende il titolo di “Lampedusa sùsiti”. Ovvero: alzati. Anche nell’accezione più cristologica: nel senso di muoviti, dai, cammina! In luogo di Gesù nel nostro caso c’è Claudio Baglioni, il bravo cantautore di “Sabato pomeriggio”, lo stesso che ha portato nel paradiso delle note ora un inerme legnetto di cremino ora una lampada di marca Osram , e molte altre cose ancora. Baglioni che, crudele verso noi che lo rammentiamo al tempo della semplice e inoffensiva stiratura dei capelli, da qualche anno ha deciso di far
perdere le proprie tracce. Somatiche. Nel senso che lo guardi in viso e ti chiedi se sia davvero sempre lui, la faccia che gli attribuivamo al tempo dei Diari Vitt e B.C. Passi, insomma, per certe intemperanze di vestiario combipel-style che lo rendono simile a un bounty-killer di via Anagnia angolo borgata Morena, ma perché mai instillarci il dubbio che possa aver ceduto alle sirene del botulino, no, Claudio B., ci dica che non è vero, dai!

“Lampedusa sùsiti” è il dono che Baglioni ha ritenuto doveroso fare all’isola degli esodi dei migranti. Una sorta di evento preparatorio del suo “O’ scià”, il festival vero e proprio ideato da Claudio nostro che si svolge proprio su quell’isola dal 2003 ogni settembre, con cadenza annuale. “Il titolo della manifestazione – leggo – è dato da una parola del dialetto locale, O’ Scià , che significa fiato mio o mio respiro che gli isolani adoperano come saluto amichevole”.

Affinché dell’evento resti traccia e non il semplice nulla, Sky Tg24 ha ritenuto opportuno realizzarne la diretta con una camera fissa, determinando una sorta di effetto televisivo due torri in fiamme.

Con la differenza che nel nostro caso c’è da ballare, c’è Claudio che non si tira indietro al momento di cantare il meglio del suo repertorio, compreso “Accoccolati ad ascoltare il mare, quanto tempo siamo stati senza fiatare…”, e, va detto a suo merito, senza mai ciancicare né il testo né la pronuncia tantomeno l’arrangiamento, come invece farebbe lo spietato Francesco De Gregori posseduto dallo spettro, anzi, dal plettro di Bob Dylan.

E perfino Riccardo Fogli, e addirittura Povia e poi nuovamente Claudio nostro che sfodera perfino “Mille giorni di te e di me” accanto a un Pino Insegno al peggio della sua simpatia. Fin qui, infatti. Un istante dopo, volati via Paolo Mengoli e il Frank Sinatra del Pd veltroniano, cioè Luca Barbarossa, ecco il nostro doveroso commento: sembra quasi che il concerto, di più, l’Evento dopo il drammatico passaggio dei “t u rch i ” (in Sicilia ogni straniero di pelle scura è detto tale: turco, ‘u turcu, ‘u turcu…) serva a “r iconsacrare” l’isola alla sua missione turistica primaria.

Nessuna paura, insomma, tranquilli, siamo tornati ai legnetti di cremino, assolte le parole di rito “per i nostri fratelli stranieri”, la stagione è salva, un gran pavese di voucher sventola sul cielo di Lampedusa. Almeno al momento, Aliscafo batte Barcone tre a zero.

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio