L’alba di un nuovo decennio
BAGLIONI, SARA` CONCERTO PER L`ALBA DI UN NUOVO DECENNIO CI LASCIAMO ALLE SPALLE ANNI DI LETARGO, RISSOSITA`, DIFFICOLTA` DI GUARDARE AL FUTURO, PAURA
Roma, 4 dic. (Adnkronos) – “Piu’ che a un Capodanno, a me piace pensare che sia l’alba di un nuovo decennio”, piu’ dinamico, piu’ “ricco di progetti, diverso da quello che ci lasciamo alle spalle, caratterizzato da torpore, letargo, rissosita’, difficolta’ a guardare al futuro, paura”. Questo e’ l’approccio interiore con cui Claudio Baglioni si prepara a concludere a Roma, il 31 dicembre prossimo, il suo lungo tour mondiale iniziato il 6 marzo scorso. Il suo viaggio, infatti, e’ stato occasione di riflessioni. L’Asia e l’Australia hanno poi lasciato su di lui un’impronta speciale. Sono Paesi, dice, dove la vita si snoda fra i progetti, vive di futuro. Un’aria che in Italia non si respira con la stessa intensita’, secondo il cantautore. Ecco perche’ il 31 dicembre Baglioni si esibira’ guardando ben oltre i prossimi 365 giorni, guardando ai sogni di un intero nuovo decennio, perche’ desidera vibrare di futuro insieme a tutti gli italiani. “Non ho messo la testa a posto – sorride – anzi, piu’ vado avanti negli anni, piu’ ho progetti e desideri da realizzare”. Ed e’ proprio per realizzarli che, dopo la tappa capitolina, quella conclusiva del toru, il cantautore prendera’ un periodo tutto per se’, per dare spazio alla sua creativita’ e mettere in cantiere nuove avventure , “progetti inediti sia discografici che spettacolari”. Intanto il suo tour e’ ancora in pieno corso. Dopo le tappe in Europa, Cina, Giappone, Australia, Sud America, Baglioni sara’ a Vienna lunedi’ 6 dicembre, a Madrid il 10, a Barcellona l’11 dicembre, al Cairo il 13 e a New York il 17 dicembre. Sul palco dei Fori imperiali ascolteremo quindi un Baglioni persino piu’ arricchito dal suo ”giro per il mondo in 79 giorni”. Si’, perche’ questo accade a chi, come lui, da’ al viaggio un valore profondo, il valore della “consapevolezza di chi eravamo, siamo, saremo”, il valore dell’incontro.
“Questo tour – ha detto – e’ anche un viaggio parallelo, da cittadino. Un viaggio che parte dal viaggio degli italiani di 150 anni fa. Un percorso dal quale, a giudicare da come parlano e da come si comportano, molti oggi si sono dimenticati. Mi e’ venuto spontaneo chiamarlo ‘un solo mondo’ pernsando a quanto la musica unisca, perche’ e’ una lingua, sicuramente la piu’ diffusa, la piu’ bella, l’unica che non muore, ne’ invecchia mai, che tutti capiscono e tutti sono in grado parlare. Persino chi non la conosce, chi non l’ha mai studiata, chi non sa leggerla, ne’ scriverla”. ”Una lingua straordinaria – ha ribadito Baglioni- che ha il potere di unire tutto cio’ che tutto il resto divide. E che parla, direttamente, all’unica cosa di cui sono dotati tutti gli esseri umani: l’anima. E, attraverso di lei, avvicina e unisce. Ci fa incontrare gli altri, ce li fa conoscere e ci fa capire che l’altro e’ ‘colui senza il quale vivere non e’ piu’ vivere”. La musica e’ piu’ che mai la sua lingua che, nel corso di tutti i successi, ha trovato tante parole e altrettanti suoni, ma se proprio Baglioni dovesse azzardare una preferenza fra le sue canzoni, questa sarebbe, “Strada facendo”. Una scelta a ritmo con un uomo che da’ al viaggio un significato cosi’ intimo e, al tempo stesso, cosi’ universale.